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mercoledì 19 dicembre 2012

Sopravvivenze etrusche e romane nelle tradizioni popolari (Charles Godfrey Leland)



Charles Godfrey Leland (1824-1903) fu un giornalista e folclorista di Filadelfia.
Avvicinato alla cultura stregonesca dalle domestiche irlandesi, si interessò precocemente di esoterismo, applicandosi nella traduzione di numerosi testi.
Viaggiò spesso in Europa per ricerche antropologiche, fermandosi in Francia e Inghilterra, e si occupò di culture marginali: zingari e indiani d'America.


 

I suoi studi di antropologia sono noti a tutto il mondo, 
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Etruscan Roman Remains in Popular Tradition





Riguardo a quest'ultimo scrisse:
"C’è nel Nord Italia una zona montagnosa conosciuta come la Romagna Toscana, i cui abitanti parlano una forma grezza di dialetto bolognese.
Questi Romagnoli sono evidentemente una razza molto antica e pare abbiano preservato tradizioni ed usi quasi immutati da un periodo di tempo incredibilmente antico.
Negli ultimi anni si è disquisito sulla possibile origine etrusca dei Bolognesi e pare si sia deciso che non lo sono. Nulla da dire, a questo riguardo: probabilmente loro erano li prima degli Etruschi.

 
Ma questi ultimi hanno in un certo periodo dominato tutta l'Italia ed è molto probabile che abbiano lasciato in zone remote quelle tracce della loro cultura di cui parla questo libro.
Il nome Romagna viene applicato a quella zona perché un tempo essa faceva parte del dominio papale o romano. (Per intenderci, la regione di cui si parla si può descrivere come quella tra Forlì e Ravenna).
Tra questa gente la stregheria o stregoneria - o, come ho udito chiamarla,
"la vecchia religione" - esiste ad un grado tale che molti Italiani ne rimarrebbero stupiti.
Questa stregheria, o vecchia religione, è qualcosa di più della magia e qualcosa di meno di una fede.
Consiste nelle rimanenze di una mitologia di spiriti, i principali dei quali conservano i nomi e gli attributi degli antichi Dei Etruschi come Tinia o Jupiter -, Faflon - o Bacco - e Teramo (in Etrusco Turms) - o Mercurio. Accanto ad essi continuano ad esistere, nei ricordi di pochi, le Divinità rurali Romane più antiche come Silvanus, Palus, Pan ed i Fauni.
A tutti loro vengono tuttora indirizzate - o almeno conservate - le invocazioni o preghiere in grezze forme metriche e vi sono molte storie attuali a loro riguardo.
Tutti questi nomi, con i loro attributi, le descrizioni di spiriti o Dei, invocazioni e leggende si trovano in questa opera. (...)"


[liberamente tratto da wikipedia]



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